mercoledì 12 settembre 2012

Toxoplasmosi




 

Cos`è, come si diffonde e quali rischi comporta.


La toxoplasmosi è una malattia infettiva, causata dal protozoo Toxoplasma gondii, che puo’ vivere nelle cellule degli uomini e degli animali, in particolar modo gatti e animali da allevamento.

E` un’infezione asintomatica o con sintomi comuni ad altre malattie, come febbre, stanchezza e ingrossamento dei linfonodi che si trovano alla base del cranio; per questo motivo molto spesso non ci si accorge di averla contratta.Una volta contratta la malattia, il sistema immunitario umano sviluppa gli anticorpi necessari alla difesa dell'organismo dagli attacchi del parassita.
Si tratta quindi di un’infezione molto frequente: i dati confermano infatti che il 60-70% della popolazione italiana ne é colpita e che l'80% degli italiani l'abbia contratta entro i primi 20 anni di età.
Il meccanismo di diffusione è talmente semplice che ne facilita ulteriormente la trasmissione: questo parassita completa il suo ciclo solo all’interno dell’organismo di gatti e di altri felini; questi organismi acquisiscono l’infezione mangiando mammiferi (principalmente roditori) o uccelli infetti e raramente entrando in contatto con le feci di altri gatti infetti. La forma infettiva (oocita) si sviluppa nell’intestino dei gatti dove avviene lo stadio sessuale del suo ciclo vitale e viene poi rilasciata nell’ambiente attraverso le feci dopo circa 10-20 giorni. Gli ospiti intermedi sono pecore, capre, roditori, suini, bestiame, polli e uccelli; tutti possono essere portatori di uno stadio infettivo del parassita attraverso alcuni tessuti, specialmente il tessuto muscolare e nervoso. Queste cisti rimangono trasmissibili per lunghi periodi, forse per l'intera vita dell’animale.

La toxoplasmosi viene trasmessa agli esseri umani attraverso l'ingerimento dei cibi contaminati dal parassita: verdura cruda, prosciutto crudo, carne cruda, uova crude, salami e salsiccie crude. Il cibo non è il solo veicolo di infezione, è possibile infatti entrare in contatto con il toxoplasma attraverso gli escrementi infetti degli animali, soprattutto dei gatti e manipolando la terra durante il giardinaggio.
La malattia non provoca nessun disagio; diventa invece un problema grave per alcune persone che hanno le difese immunitarie 'abbassate', come chi segue una chemioterapia o coloro che sono affetti da HIV/AIDS e se viene contratta per la prima volta in gravidanza, perché può trasmettersi dalla madre al bambino.
Il rischio che il parassita si trasmetta dalla madre al bambino varia a seconda del momento in cui la madre si ammala: in generale aumenta man mano che la gravidanza si avvicina al termine.
Nelle prime settimane di gravidanza è molto raro che l'infezione possa trasmettersi al bambino, ma quando avviene possono verificarsi gravi danni al bambino, come lesioni neurologiche o aborto spontaneo. Nel terzo trimestre di gravidanza la malattia si trasmette con più facilità (il rischio di trasmissione raggiunge il 70-90% dopo la 30a settimana), ma nella maggior parte dei casi senza alcuna conseguenza.
Quindi, in conclusione, man mano che la gravidanza si avvicina al termine i rischi di contagio al bambino aumentano ma diminuisce la probabilità che l'infezione gli provochi danni.
Circa il 90% dei bambini contagiati al momento della nascita non manifesta sintomi evidenti.
E' importante ricordare che, per quanto asintomatici alla nascita, la maggior parte dei bambini infetti e non trattati svilupperà successivamente alcune manifestazioni della malattia: l'85% sarà affetto da corioretinite (riduzione della vista-cecità); dal 20 al 75% presenterà ritardo mentale, dal 10 al 30% presenterà una moderata perdita dell'udito.

Le terapie nel caso in cui ci sia il sospetto di un contagio del bambino.

Generalmente, nei casi in cui c'è anche solo il sospetto di una infezione materna in atto, il ginecologo propone una terapia antibiotica, che proseguirà fino al termine della gravidanza se l'infezione sarà confermata da esami successivi.
Nel caso invece di diagnosi di infezione fetale, cioè quando si è accertato che l'infezione è passata al bambino, il medico modificherà la terapia antibiotica che dovrà comunque proseguire fino al termine della gravidanza.
Alla nascita, il bambino dovrà continuare la terapia, a cicli, ed eseguire per tutto il primo anno di vita i controlli periodici prescritti dal pediatra.
Informazioni più dettagliate sono possibili solo dopo una valutazione di ogni singolo specifico caso, per cui è indispensabile parlarne e discuterne con il medico.


Diagnosi

E’ possibile diagnosticare con sicurezza la toxoplasmosi attraverso prove di laboratorio che rilevano i microscopici parassiti nel sangue, nel liquido spinale, nel liquido amniotico,nella placenta, nei linfonodi, nel midollo osseo o altri tessuti derl corpo.
Più frequentemente si prescrivono tuttavia esami del sangue per misurare i livelli di anticorpi (sostanze che fanno parte delle reazioni immuno difensive del corpo) prodotti per combattere i parassiti.
Sofisticati nuovi test genetici riescono ad identificare il DNA contenente geni di parassiti della toxoplasmosi dopo che hanno invaso il corpo. Questi test sono utili soprattutto per testare nel liquido amniotico la presenza di toxoplasmosi congenita in un feto, rilevabile anche attraverso gli ultrasuoni. Entrambi i test non sono purtroppo sufficientemente accurati e possono dare falsi risultati positivi.

Come evitare di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza.

Il parassita si annida in alcuni alimenti, ma può arrivare anche dal gatto di casa o da pratiche di giardinaggio. Quindi chi non ha mai contratto la malattia dovrebbe seguire delle semplici regole:

  • non mangiare carne cruda o poco cotta, evitando ogni caso tutti i cibi crudi (sushi, uova etc…), compresi gli insaccati
  • congelare la carne per qualche giorno prima di cucinarla
  • come salumi, sono consentiti quelli cotti, come la mortadella e il prosciutto cotto. No invece a prosciutto crudo, salame, bresaola, speck & co, a meno che non si consumino cotti nelle pietanze
  •  lavare sempre accuratamente frutta e verdura
  • nessun divieto per la verdura cotta, dal momento che la cottura è in grado di distruggere il germe.
  •  lavare accuratamente dopo ogni uso i taglieri, gli altri utensili e le superfici della cucina (soprattutto quelle che vengono a contatto con la carne cruda) con acqua calda saponata
  • nessun rischio toxoplasmosi se si consuma pesce crudo, come il sushi, però in gravidanza è consigliabile evitarlo perché può contenere altri germi, come la salmonella
  • lavare accuratamente le mani prima e dopo aver toccato gli alimenti
  • bere acqua minerale o depurata
  • evitare il contatto con il terreno (se si ama il giardinaggio utilizzare sempre i guanti)
  • è consigliabile far pulire agli altri membri della famiglia la lettiera del proprio gatto o farlo indossando i guanti



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     Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il parere del medico; si raccomanda al contrario di parlare sempre con uno specialista prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.

     

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